giovedì 18 novembre 2010

ANCORA SULLA LAVASTOVIGLIE

Ho sentito l’esigenza di scrivere di letteratura. Ero lì che sciacquavo i piatti per metterli nella lavastoviglie, con i guanti di plastica per salvare lo smalto rosso che, sfragnato, si sarebbe notato tantissimo e domattina il fanciullame della terza A mi avrebbe detto "maestra ma ti si è tolto lo smalto!". Così stavo lì a fare ciò che dovevo e mi è salita l’esigenza. E dire che non posso dire di non averne avuto presagio in questi giorni. Mi è tornato alla mente pure il caro Francesco, e tutte le menate di filologia sulla trascrizione del canzoniere, e l’ho dovuto andare a riaprire nell’immediato.
Vista l’esigenza mi sono diretta in camera (diciamo stanza numero due, per distinguerla dalla stanza numero uno di casa nostra). In camera mi sono piazzata davanti alla libreria e ho fatto un gioco: far passare tutti i libri e lasciarsi ispirare, ma con la variante dell’onestà. Cioè se ti fai ispirare da una cosa figa non pensare subito che è una botta di culo ma sii onesta che sei capitata non per caso non su un libro che t’ispira ma sull’Ispirazione. Che l'hai cercato.
Fatto il gioco, scaffale dopo scaffale, con onestà assoluta, ho cattato fuori questi libri che scrivo in ordine di come li ho appoggiati qui sul tavolo:

- una raccolta di tragedie di Alfieri in Oscar Mondadori già in decadenza (carta riciclata ma brutta, mollezza e copertina lucida con grafica da OscarClassici).
- Un Santagata del 92 (ma la data mia è 2000), I frammenti dell’anima del Mulino. Per chi non lo sapesse non è un romanzo (come quella uhnm che ha scritto per Sellerio pochi anni fa, Il copista) ma è un favoloso libro di critica sulla storia della redazione del Canzoniere, sulla storia del Canzoniere e sulla storia della storia del Canzoniere.
- Un Mondadori della Banti (!) del 73 (data mia 2004), La camicia bruciata, che dovetti leggere per compiacere le velleità letterariofemministoidi della mia relatrice che non citerò perché ho tanta paura di google.
-Wow! La gelosia di Robbe-Grillet, Einaudi! (Che suona come Eureka! e invece è la casa editrice).
È del 58 ma la mia data, scritta per esteso, è primavera duemiladue.
- Il libro del fotografo (di un boh editore Cesco Capagna), di Leonard Gaunt e prima che mio anche di Mio Padre, che (scopro dalla dedica) lo ricevette in regalo per il compleanno da me e Mia Madre (deduco dalle firme) alias solo Mia Madre, dato che io, nel luglio dell’81 (deduco dalla data), avevo due mesi.

Da qui a costruire uno scritto di letteratura ci passa un treno, anzi, una stazione intera di treni che partono.

Allora faccio un altro gioco, apro a caso e scelgo una frase che mi ispira (occhio, non l’Ispirazione), in ordine dall’ultimo libro che ho citato, perché della pila di destra ho fatto un’altra pila al contrario a sinistra.

La tecnica di schiarire le ombre troppo intense provocate dalla luce del sole è spesso resa inutilemte difficile.

Fantastico, mi piace subito. Mi piace perché mi piace chi pensa che una cosa non sia complicata, come tutti credono, ma semplice. Mi piace la semplificazione, mi piace, come direbbe Mia Sorella pronunciando benissimo, ciò che è easy.

Avanti con una nuova pila a destra.

Franck, che non ha detto niente, guarda di nuovo A. Poi s’alza senza rumore, tenendo in mano la salvietta che ha arrotolato a forma di torcia, e s’avvicina al muro.

Mi piace ma non subito, non sono così intelligente da apprezzarlo subito, il Robbe.

Ahahaha (scusate, è odiosa la risata di fasbuc, ma giuro che aprendo la Banti ho riso, e poi mi sono smerdata da sola perché c’era una frase da me sottolineata, che orrore, mi vergogno di meno a dire che che un anno alle medie ho portato la cintura di pelle nera con le borchie a buco):

La storia è avvezza a inventare e talvolta inventando scopre la verità.

Scusate.

Ma per fortuna c’è il Marco e sul Marco una marea di sottolineature dell’Alessandra infoiata per la filologia italiana!

Insomma, fino alla canz. 70 il divino non fa corpo con Laura (…).

Ossanto, ti credo che l’ho sottolineata con la linea spessa (ho una mia dettagliatissima legenda delle sottolineature), questa informazione è fondamentale! Calcolando che la ragazza era già più che morta pure prima del frammento 70, significa che il Francesco le fa fare un bel giro, prima di mandarla in paradiso. Ora, io potrei pensare che il tempo abbia aiutato il Francesco a smussarne i difetti e invece so che il filologo m’ha scritto un libro meravigliosamente intero per spiegarmi il puzzle temporale del parto di ogni fragmenta, per dirmi di stare attenta a non farmi fregare dal quello che leggo in consecuzione solo perché una sera prima di andare a dormire al Francesco è saltato il pirlo e si è messo a spostare tutti i pezzi che stavano in un certo ordine nelle sue bozze. Quell’ordine lì non è cronologico! Semplicemente lui aveva molte opinioni di Laura, come accade a tutta la gente che continua ad amare per molto tempo la stessa persona.

Ma io dico, le tragedie di Alfieri dovevo andare a cattare fuori?
Prendo a forza la Mirra e penso a quanto mi sono divertita, pensando a quale cazzata appiccicarle per far sembrare il mio testo critico una cosa strainedita innovativa competente e ipertestuale!

- No, non è ver, non tremo. -

Per qualche assurda associazione mentale ero arrivata al concetto di svelamento nei famosi frammenti di Eraclito (quello della verità ben rotonda e non tremante e dell'oracolo che significa) della verità veritas e della verità aletheia, e tutto questo collegato al fatto che lei non vuole dire la verità perché la verità detta è verità svelata, mentre la verità non detta è verità e basta, ed è abbastanza comoda.

Basta così, torno a fare fotografie e senza ambizioni, non perché io mi senta del tutto inadatta ma perché la mia ambizione di fotografare i dinosauri è così inverosimile, purtroppo.


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