mercoledì 26 febbraio 2014

L'estetica del playmat secondo me


E d'improvviso Teo ha scoperto il mondo. Ha scoperto che intorno a lui ci sono tanti pezzettini di mondo e tutto ciò che ha a portata di sguardo lo incuriosisce e lo fa sorridere e lo attiva in discorsi interessantissimi rivolti a oggetti, persone o ambienti in generale.
Allora ho capito a cosa servono i tappeti multifunzionali, i tappeti interattivi, le baby palestrine, le giostrine, o meglio i playmat, le baby gym e i mobile.
Così è iniziata la mia ricerca nella benedetta rete di un qualcosa in cui piazzarlo per rendergli più piacevole quella mezz'ora dopo la poppata in cui Teo è in pace cosmica.

Ma che orrore! Digitando uno di questi elementi su Google si apre una schermata che pare un carnevale! Pacchiana senza soluzione di continuità. Allora il dubbio mi è venuto: sono solo io che trovo orribili tutti questi colori, questi orsi con la faccia da pirla, questi tappeti scamosciati? 

Non voglio privare Teo di stimoli che possano attivare al meglio i suoi minineuroni, quindi avrei sacrificato i miei occhi di adulta fanatica se fosse stato necessario.
Ma non sarà necessario perché aggiustando un po' la ricerca e passando per vie traverse (blog di design e consigli di amiche e infine Amazon) ho trovato varie soluzioni accettabili e tra queste ho scelto quella che mi ispirava di più quanto a prezzo, funzionalità ed estetica.

Inizialmente cercavo un tappeto con degli oggetti appesi che ora Teo potesse guardare e tra un po' afferrare, e tra tutte le pacchianate ne ho trovate alcune un po' più sobrie e ipocromatiche.

Tutti i tappeti interattivi che seguono li trovate su Amazon, alla voce playmat, insieme a tanto altro ciarpame.

Questo ha colori tenui, unisex e un orso dormiente che almeno non ha la faccia da pirla.

Bianco, grigio e beige con disegni sobri e stilizzati che io adoro, ma questo è nel complesso un po' troppo romanticozzo.
Bianco, grigio e beige anche qui, con il vantaggio dei diversi tessuti che il nano può spalpognare e un orso con la faccia da pirla ma simpatico.


L'orso con la faccia da pirla ritorna in versione marinara ma nonostante l'insieme sia sobrio qualcosa proprio non mi convince, forse proprio il tema marinaro.



Questo è bello ma i colori troppo fluo che accostati fanno a pugni mi inibiscono un po'.

Questo di seguito si chiama Zen. Non capisco perché sia il più costoso di tutti, forse proprio perché si chiama Zen. In effetti questa scelta cromatica è davvero rilassante, il giallo in tonalità tenue accostato al grigio e al bianco mi piace tantissimo.

Questo è molto carino, anche se piuttosto femminile, almeno dal mio punto di vista.


Infine questo, il mio preferito nonostante il verde fosforescente. Anzi, proprio per quello: ha pochi colori e sia accesi sia pastello, i disegni sono stilizzati e la base è bianca. In generale preferisco le illustrazioni stilizzate rispetto a quelle piene di particolari perché così l'immaginazione può lavorare arricchendole. Ovviamente escluso i topini di Richard Scarry… l'insieme chiassoso e ricco di particolari più fantastico che c'è.

Ma nonostante questo con i pesci fosse la mia prima scelta tra i playmat che avevo selezionato nel ciarpame di Amazon, ho continuato a cercare e ho trovato baby gym di legno davvero belle e sobrie come questa, a cui avrei associato un tappetino (magari non quello di Deuz della prima immagine, bello, sobrio e design ma un po' costoso).



Ecco, quest'ultimo è un playmat di legno prodotto da Il Leccio. Il loro sito mi ha colpita per la semplicità con cui vengono presentati i prodotti e il fatto che sia bilingue e soprattutto la filosofia che c'è dietro. Tra l'altro regalano un coupon di 25 euro a chi manda e autorizza a pubblicare un video in cui il proprio nano gioca con il giocattolo acquistato. Simpa!
Credo però che alla fine obbligherò mio padre a farmene uno di legno come questo e ci attaccherò io degli oggetti.

Nel frattempo, poiché Teo è ancora nella fase "osservativa", sospendo sopra un box regolabile a due altezze uno dei mobile di Flensted (li trovate sia su Amazon sia su thelilmarket.com o comunque digitando Flensted su Google) che in fondo, lo ammetto, ho voluto prima di tutto perché piacciono a me.

venerdì 21 febbraio 2014

Creatività compulsiva: l'ambiente intorno a Teo secondo me



In gergo si chiama makeover. 
Ecco il makeover dell'angolo di Teo, quella porzione di stanza che è tutta sua e che è ancora in fieri. Probabilmente quando cambieremo casa non avrò ancora finito di sistemarla ma io non ho fretta, mi piace tenere sempre qualcosa in ballo da fare.
In realtà più che un rifacimento è un continuo perfezionamento attraverso la sistemazione di dettagli che ovviamente interessano solo a me perché Teo ancora non può apprezzarli e coinquilino li trova divertenti e utili solo alla mia soddisfazione personale, che non è poco.
Io tuttavia penso che per Teo sia importante vivere in un ambiente stimolante e rilassante allo stesso tempo.


Questo carillon e le scarpine delle ultime foto sono due bellissimi regali di una delle tante zie fatine di Teo.




Ho deciso di cambiare i pomelli dell'Expedit (qui com'era prima): ho scelto questi di Zara Home a forma di nuvoletta. Erano bianco panna di plastica: con una mano di primer e una di vernice, quella avanzata della parete con cui ho anche dipinto le cassette della frutta (qui), ora sembrano di legno!





Ho appeso le marionette di cartapesta con cui mio padre e mia madre animavano le storie che mi raccontavano quando ero piccola, presto lo potremo fare noi per Teo.


Ho realizzato una nuova altalena e l'ho messa sopra culla con i miei vecchi pupazzi, quelli di Teo per ora sono in fondo al lettino ma il mio prossimo progetto prevede dei contenitori per i suoi futuri giocattoli.


Nel lettino, un fantastico Stokke che ci hanno girato degli amici già trifigliati, ho creato un riduttore arrotolando e cucendo due cuscini e infilando metà della federa sotto il materasso per bloccarli. Teo adora dormire qui, si addormenta facendo delle lunghe chiacchierate con tutti suoi amici di pezza e di peluche.
Abbiamo scelto quasi solo prodotti Stokke perché è chiaro che siamo ormai convinti che tutto ciò che arriva dal Nordeuropa è figo, sobrio, essenziale, efficiente, estetico. Chissà se è vero.
Comunque abbiamo letto, passeggino, marsupio, ovetto, vaschetta per il bagno, sacco-nanna, materasso, lenzuola, borsa per il cambio e il mitico seggiolone Tripp Trapp che ci hanno regalato i nostri amici.
Che figata.








Oltre a Zara Mini, la linea di Zara per i nani da 0 a 9 mesi, devo bloccare anche  Smallable, sito abbastanza proibitivo quanto a prezzi (giusto con saldi si può trovare qualcosa di accessibile) pieno di cose fantastiche: non solo abbigliamento ma anche decorazioni e giocattoli e tanto altro. Io ho ordinato questa tutina di lana super morbidissima con un pompon sul cappuccio.

martedì 4 febbraio 2014

Dal sonno profondo al pianto: il togliere e il mettere secondo Teo



L’istinto materno di sicuro esiste. Ormai ne sono convinta anche io. Ma non è una cosa generica che tutti hanno, è una linea di connessione unica di madre verso il proprio figlio, un senso di comprensione e azione che è automatico e si scatena per forza tra due persone, madre e figlio, che vivono a stretto contatto ogni giorno, ogni ora, nel primo mese di vita addirittura ogni minuto. 
Ma io credo sia una buona idea anche seguire anche qualche dritta pedagogica appresa dopo aver vagliato il marasma di materiale sul figliame e aver scelto la visione più vicina alla propria, perché è chiaro che non esiste un metodo giusto ma il metodo giusto è quello che un genitore riesce a seguire con più naturalezza e anche con più convinzione.
Io propendo per la corrente che insiste sul non eccedere con gli stimoli, e vi propendo per via della mia esperienza di insegnante di scuola primaria. Lo so che un neonato non è paragonabile a un bambino di sei anni che impara a leggere e scrivere, ma anche un bambino di sei anni che impara a scrivere è un’altra cosa rispetto a uno di sette che, ormai padrone del territorio-scuola e con alle spalle il suo primo e faticoso anno di carriera, si appresta a imparare a memoria le tabelline. Tuttavia la società piena di input di ogni tipo è la stessa per un neonato, per un bambino e per un adulto e, contestualizzando ogni volta, posso dire che nella nostra società non c'è carenza di stimoli o difficoltà a reperirne ma è più difficile trovare uno spazio di tranquillità al riparo dagli input che, negativi e positivi, ci bombardano senza soluzione di continuità.

Mi arrabbio ma mi trattengo a fatica dal manifestarlo quando qualcuno sveglia Teo parlandogli a pochi centimetri dal suo viso. Mi arrabbio e mi trattengo a fatica dal manifestarlo quando qualcuno vede Teo guardarsi intorno tranquillo e comincia a chiamarlo animatamente, facendogli notare questa o quest’altra cosa a voce alta (e alterata alla Teletubbies, ovviamente), e magari addirittura lo prende in braccio e lo sbatacchia per farlo divertire il più possibile.
Ecco nel primo caso da una fase di dormiveglia Teo, che sta cercando di addormentarsi con i propri mezzi (ovvero ascoltando le voci attorno a sé, rilassandosi) passa a una fase di veglia agitata senza nemmeno passare dal via e in pochi secondi piange disperato. Dopo quei pochi secondi l’adulto che l’ha svegliato è già a altrove soddisfatto del proprio operato e io subentro perché a tutti i presenti, esperti di prima infanzia, è chiaro che il motivo del pianto è che è nervoso/ha fame/ha fatto la cacca. Non che voleva un attimo farsi gli affari suoi.
Nel secondo caso, quando Teo è in fase di veglia tranquilla e si guarda intorno, soprattutto se si trova in un posto nuovo oppure a casa e sente anche voci di persone diverse da mamma e papà e qualche adulto lo sovrastimola o addirittura lo prende in braccio perché “finalmente si è svegliato”, viene disturbato in una fase fantastica e importantissima per la sua crescita e per il suo apprendimento, fondamentale quanto il sonno e il pasto. Questa fase di veglia tranquilla in cui lui può guardarsi intorno e ambientarsi, vedere le luci e goderne, associare qualche visione, seppur sfocata, alle voci che sentiva nel dormiveglia prima di aprire gli occhi, apprendere quali sono i suoi bisogni (mangiare o essere cambiato, o chiedere un po’ di coccole) viene interrotta da chi ha deciso di dargli degli input che lui non aveva ancora chiesto, che addirittura lo innervosiscono, interrompono il suo idillio con l’ambiente che lo circonda, lo confondono.

Perciò che sia istinto materno o pseudocompetenza, io credo che neonatissimo vada assecondato nelle sue esigenze, e portato a pendere verso il sonno se sta cercando di addormentarsi e verso l’interazione se è sveglio, ma senza sovraccaricaricarlo di stimoli sensoriali rivolti a lui, piuttosto proponendoglieli in maniera indiretta, con una musica, alzando o abbassando le luci, spostandolo in un luogo più stimolante o più tranquillo a seconda delle sue necessità che lui ancora non può esprimere. 
Ma io sì.


* Illustrazione di Ilaria Meli tratta dal libro Di cose invisibili di Simonetta Angelini (Edizioni Alberto Niro 2013)

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