sabato 17 aprile 2010

TUTTOSTELLA!











Tutta una serie di cose in cui mi sono imbattuta studiando mi si è incagliata nello stesso punto del cervello. In quel punto c'è il mio senso personale del quotidiano.

Per esempio, L’amica di nonna Speranza e La signorina Felicita. Elenchi in doppi novenari e martelliani di oggetti che leggerli è come averli davanti e provare gli stessi moti di gradimento antiestetico, come se il gradire annullasse l’anti- e l’anti- mettesse alla prova il gradire. Il risultato è qualcosa che non è bello e non è brutto, ma non è nemmeno disperatamente antiestetico:«(…)Venezia ritratta a musaici, gli acquerelli un po’ scialbi,le stampe, i cofani, gli albi dipinti d’anemoni arcaici,le tele di Massimo d’Azeglio, le miniature,i dagherottìpi: figure sognanti in perplessità,il gran lampadario vetusto che pende in mezzo al salonee illumina il quarzo le buone cose di pessimo gusto,(…)»Per esempio ancora, quel quotidiano assemblarsi nel linguaggio che crea l’eccezione senza essere fricchettone (dopo aver letto Gozzano è come non aver fame e aprirsi lo stomaco con un tarallo, e la rima ti s’infila dritta, elementare), e leggo, sempre per esempio, un libro recente di Amos Oz, Non dire notte, e ci trovo scritto:«Ha fatto una frittata con la cipolla, si è prodotto in un’insalata geometrica, (…)»Mi colpisce “insalata geometrica” ma il cervello mi parte sul “si è prodotto”: penso al si riflessivo associato al verbo produrre, e mi dico che è come se lui avesse messo qualcosa di sé in quell’insalata, sennò la Loewenthal avrebbe tradotto “ha prodotto”, togliendogli pure quella sfumatura ironica che per me è una droga.E infine penso anche ad Anna Karenina, preoccupata della noia.

2 commenti:

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